giovedì 12 novembre 2009

Costruire gli esercizi in progressione di difficoltà a livello mentale


Riguardando le proposte fatte da settembre ad oggi, mi è stato possibile andare ad identificare una progressione parallela a quella tecnica sui principi tattici del gioco.
A livello mentale gli step sono:
- Capacità di attivarsi molto velocemente;
- Capacità di "transire" velocemente e frequentemente da una situazione all'altra;
- Capacità di mantenere gli obiettivi focalizzati a questa velocità;
- Capacità di mantenere nel tempo lo standard raggiunto (continuità).



Capacità di attivarsi subito

E' data dall'esigenza di passare dalla fase di riscaldamento pre-gara alla gara nel modo più funzionale possibile. Quello di inizio gara è lo step più grande e difficile da passare.
Poi nel gioco si verificano altre situazioni simili (time-out, intervalli tra i quarti, situazioni di tiro libero o pausa del gioco), più facili da interpretare.
Trovo molto allenante proporre situazioni di alto livello agonistico dopo ogni pausa o l'attivazione iniziale. In questo senso si sviluppa abitudine ad autoregolare il proprio livello di attivazione.


Capacità di "transire" velocemente e frequentemente da una situazione all'altra

Nel gioco esistono diverse forme di transizione.
Oltre a quelle che classicamente intendiamo con il termine "transizione" (passaggio da difesa ad attacco e passaggio da attacco a difesa) ne esistono moltissime sottese ad ogni stato generale.
La macro-fase difesa è costituita per esempio da moltissimi passaggi di situazioni (difesa su palla - difesa ad un passaggio e viceversa; difesa a un passaggio - difesa a due passaggi e viceversa; difesa su palleggio - difesa su tiro; difesa su tiro - tagliafuori etc etc).
La marco-fase attacco allo stesso modo è formata da decine e decine di passaggi di situazione.
Allenare la capacità di transizione degli atleti quindi significa metterli nelle condizioni di dover affrontare dei passaggi di situazione più estremi di quelli che poi il gioco reale offre.
In questo senso le situazioni a metà campo offrono spunti migliori a livello mentale.


Capacità di mantenere focalizzati gli obiettivi

Ovviamente quando andiamo a velocizzare la successione degli eventi che i giocatori devono affrontare perdiamo sempre un po' in qualità. Se stiamo allenando la velocità di transizione è poco pensabile interrompere ogni volta che c'è un errore di scelta o di esecuzione, perchè il lavoro ne uscirebbe troppo frammentato.
Si possono però introdurre dei principi di gioco di base su cui non si transige, pena la ripetizione dell'azione (se obiettivo difensivo mancato) o la perdita di possesso (se attacco). Secondo me così funziona.
L'introduzione di questi principi/regole cui restare ancorati abitua i giocatori a saper lavorare per obiettivi comuni, cosa non così scontata stando alla mia esperienza.


Continuità: capacità di mantenere lo standard raggiunto nel tempo

Una volta arrivati ad ottenere dai ragazzi capacità di attivazione, di transizione e di focalizzazione su un obiettivo, dobbiamo a questo punto criticizzare le situazioni in modo da renderle più faticose e lunghe (stessanti) che il gioco reale. Sia a tutto-campo che a metà-campo. Aumentando così la loro capacità di mantenere lo standard di massima attivazione nel tempo.
Note a margine: questo tipo di allenamento va dosato, in linea con i principi di carico fisico della propria metodologia di allenamento. Avere allenamenti sempre molto carichi mentalmente porta ad un esaurimento delle risorse se non sono previste fasi di scarico. La stessa identica cosa che succederebbe a livello fisico se facessimo andare i ragazzi sempre a 100 all'ora...


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