Utilizzare il 3c3 nella modalità cui accennavo nei post precedenti può essere allenante l'aggressività come qualsiasi altra cosa.
In realtà è allenante la capacità di lavoro per obiettivi, ed in particolare il passaggio dal messaggio dell'allenatore al sapere, e dal sapere al saper fare.
Ovvero: se io chiedo ad una squadra, durante un allenamento, di giocare un 3c3 ad invertire facendo in maniera perfetta 2 cose semplici e loro non riescono, le possibilità per cui non conseguono l'obiettivo possono essere molte. Vediamone alcune:
- La richiesta è in contrasto con le abitudini acquisite dai giocatori;
- La richiesta è eccessiva rispetto alle abilità dei giocatori;
- La richiesta è formulata in modo non comprensibile;
- La richiesta è in linea con le abitudini e le abilità, è comprensibile, ma non viene tramutata in pratica dai giocatori.
Se la situazione che identifichiamo è la quarta evidentemente abbiamo a che fare con giocatori poco abili in una delle due abilità mentali sotto riportate:
- Capacità di ascolto ed astrazione;
- Capacità di tramutare in azione quanto acquisito;
Ovviamente il passaggio da sapere a saper fare non è proprio un'equazione. Ogni abitudine ha bisogno di un proprio periodo di latenza per integrarsi con il resto delle parti della personalità.
Bisogna rispettare questi tempi, dando però ai ragazzi la consapevolezza che il cambiamento costa motivazione, volontà e fatica, e che per passare da essere un gruppo ad essere una squadra serve costruire abitudini comuni, rispettate da tutti.
Il lavoro proposto quindi può essere di ausilio sia nella costruzione di buone abitudini di squadra (allenamento tecnico-tattico), sia nel miglioramento delle capacità di ascolto e di tramutamento in azione degli obiettivi posti (mental training).
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